Con l’anno nuovo, riparte il tesseramento a sostegno delle attività del Movimento Decrescita Felice e del nostro Circolo territoriale.
Tante sono le iniziative che il Circolo Livenza-Tagliamento ha messo in campo in questi anni:
Eventi culturali con presentazione di libri di Maurizio Pallante e conferenza con Jean-Louis Aillon; incontri aperti per parlare dei temi della decrescita; la realizzazione degli orti sinergici nelle scuole; il convegno nazionale sull’agricoltura tenutosi a Portogruaro nel 2013; la piantumazione degli alberi; cineforum, un progetto di sana alimentazione con le scuole superiori e molto altro ci piacerebbe realizzare.
Puoi tesserarti venendo direttamente ad uno dei nostri eventi o alla riunione del Circolo che si tiene il secondo Mercoledì di ogni mese alle 18.30 presso il Plus+ di Summaga di Portogruaro, Viale Treviso, 74 oppure effettuando un bonifico presso Banca Etica – IBAN: IT11D 05018 02200 000000159444 intestato a Circolo MDF Livenza Tagliamento e ti sarà inviata la tessera direttamente a casa, all’indirizzo che ci comunicherai tramite mail.
Art. 2 – Principi della Decrescita Felice
a) L’Associazione si riconosce nei principi della Decrescita Felice.
b) La Decrescita Felice è la proposta di un nuovo paradigma culturale avente come scopo quello del miglioramento della qualità della vita attraverso la riduzione di fenomeni quali (a titolo esemplificativo e non esaustivo):
– lo sfruttamento delle risorse naturali;
– gli sprechi, le inefficienze e gli usi impropri di energia;
– la produzione di merci;
– la mercificazione dei beni;
– la produzione dei rifiuti;
– la specializzazione e la frammentazione del lavoro ed in genere delle attività umane;
– il tempo dedicato al lavoro retribuito;
– il ruolo dei soggetti economici nella vita e nelle decisioni delle comunità;
– la separazione della cultura del come (“tecnico-scientifica”) da quella del perché (“umanistica”);
– la mercificazione delle idee e dei saperi;
– l’impatto ambientale dell’agire umano;
c) La Decrescita Felice, inoltre, punta all’incremento di fenomeni quali (a titolo esemplificativo e non esaustivo):
– l’autoproduzione e lo scambio non commerciale di beni e servizi;
– il ruolo sussidiario della produzione e dello scambio mercantili, quale strumento di soddisfacimento dei bisogni dell’uomo, rispetto ad altre forme di organizzazione della vita delle comunità;
– la produzione ed il consumo di alimenti biologici;
– le filiere di produzione e di distribuzione corte e gli acquisti collettivi;
– la libera circolazione delle idee e dei saperi;
– l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili;
– la tutela delle diversità (biologiche, culturali, ecc…);
– l’uso di tecnologie e sistemi produttivi che ottimizzano l’utilizzo delle risorse naturali ed energetiche;
– la durata della vita utile delle merci;
– le tecniche e i saperi artigianali;
– la finanza etica e l’economia no-profit;
– la responsabilizzazione dei soggetti economici rispetto alla produzione di esternalità negative;
– l’imprenditorialità attenta alla crescita umana di coloro che lavorano nell’impresa e dei fruitori dei prodotti che l’impresa produce;
– l’accesso al lavoro, alla vita sociale, alla fruizione di strumenti o servizi da parte di coloro che oggi il mercato esclude;
– la partecipazione, la convivialità, la fiducia reciproca dell’agire umano nelle comunità di appartenenza;
– la solidarietà tra i popoli e tra le persone per la costruzione di rapporti basati sul rispetto della persona;
– la trasmissione dei saperi e il confronto fra le generazioni;
– il ruolo della famiglia, comunque composta, come nucleo di base della comunità e luogo naturale di apprendimento dei valori non utilitaristici cui la stessa etimologia del termine (comunità = “cum munus” – “con dono”) fa riferimento;
– le comunità locali con economie “autocentrate”.